La Sapidità

Sapore di sale!

Sapido vuol dire saporoso? Ebbene si! E a dirlo era già il grande Luigi Veronelli.

La sapidità di un vino è infatti, come mamma AIS insegna, quella “netta e gradevole sensazione salina” che viene avvertita nella parte media inferiore della lingua. Si tratta di una macro sensazione annoverata fra le durezze del vino.

Ma da cosa è determinata?

I principali responsabili sono senza dubbio le sostanze minerali presenti nella struttura del vino, come i solfati e i fosfati, e che vengono avvertiti dal degustatore sotto forma di una piacevole e leggerissima mineralità. Provate a mettere in bocca un po’ di sale e capirete di cosa si tratta! Giusto un pò eh!

Ma a noi piace pensare che la sapidità, derivi, anche e soprattutto, dal territorio e dai profumi della terra. E seguendo la sua scia abbiamo selezionato, per te, i vini dal “sapore di sale”.

"Albarino" 2020 Bodegas Albamar

Albamar

Con vigne a strapiombo sull’Oceano Atlantico, nel cuore della Galizia, è semplice spiegare la sapidità. Anzi qui è vera e propria salinità! Tra il profumo di sud e di mediterraneo, il mare lo si ritrova anche sotto la sua terra. Ed ecco che spunta, dietro odori agrumati, di pompelmo e lime, quella nota sapida decisa e corroborante, bellissima.

"Gaiospino" Verdicchio DOC 2018 Fattoria Coroncino

Gaiospino

Nel Verdicchio la sapidità è, invece, una doppia faccia di una stessa medaglia. E già perché se è una caratteristica insita di quest’uva, che una volta vinificata, rilascia quell’inconfondibile finale ammandorlato e sapido, dall’altro poi i suoli sui quali insistono le vigne di Gasparino sono fortemente calcarei, ciò che poi regala grande sapidità e mineralità ai vitigni prima e al vino poi.

"Le Chiusure" Erbaluce di Caluso DOCG 2019 Favaro

L’Erbaluce è un vino bianco di assoluta eleganza, con una finezza dei profumi e una straordinaria sapidità, E queste peculiarità si originano sia grazie al terreno, ricco di detriti glaciali granitici di grande complessità minerale, sia grazie alla mano dell’uomo, che ha messo a punto un sistema di allevamento esclusivo, detto topia (o “pergola”) canavesana che consente all’erbaluce di esprimere al meglio la sua vigoria e soprattutto il suo potenziale.


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